empori solidarietà veneto
Sociale

Empori Solidarietà Veneto, nell’ultimo anno 150.000 persone aiutate con la distribuzione di oltre 6 milioni di kg di eccedenze alimentari

Secondo il “caso Italia” 2023 di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability, diffuso in occasione della decima Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, lo spreco del cibo nelle case italiane pesa 6,48 miliardi di Euro e oltre 9 miliardi pesa lo spreco di filiera, dai campi alle case.

Parlare oggi di sprechi alimentari non può che richiamare alla mente i numeri tremendi che ci ricordano quante persone nel mondo (11,7% della popolazione mondiale) soffrono di insicurezza alimentare grave, con un aumento di 207 milioni negli ultimi due anni.

Al fine di garantire a tutti il diritto all’alimentazione mediante la riduzione degli sprechi di cibo, la Regione del Veneto da diversi anni promuove il progetto della Rete degli Empori della Solidarietà, con cui si valorizza l’operato, da parte di Enti del Terzo Settore, di recupero e distribuzione degli alimenti in eccesso.

Oggi la rete è costituita da 27 gestori, per un totale di 28 empori distribuiti in 6 delle sette province del Veneto. Nel corso del 2022 hanno fornito assistenza a 150.583 persone in situazioni di bisogno grazie al recupero di 62.892 quintali di cibo in eccedenza e alla partecipazione di numerosi volontari e associazioni locali.

Il mondo che gira attorno a questa sfera della solidarietà rappresenta una delle migliori manifestazioni del nostro Veneto, per questo dobbiamo essere orgogliosi che fra le azioni messe in campo per partecipare alla battaglia contro lo spreco ci sia la solidarietà. Certamente non siamo di fronte a una risoluzione definitiva della questione della povertà, tuttavia questa è una testimonianza tangibile del significato dell’accoglienza e della generosità.

Da molti anni questo progetto fa parte delle strategie regionali per contrastare la povertà e promuovere l’inclusione sociale, offrendo in questo caso supporto a persone a rischio marginalità attraverso progetti su misura.

Nella pianificazione regionale e nel sistema integrato di interventi e servizi sociali a livello locale, il programma si rivela fondamentale affinché l’azione di solidarietà diventi anche un veicolo per garantire un’alimentazione sana e adeguata. Viene promosso in stretta collaborazione con l’organizzazione della prevenzione sanitaria e l’Arpav, quest’ultima focalizzata sugli aspetti ambientali riguardanti il riciclo e il riuso.

Gli empori rappresentano un servizio concreto ed efficace, uno strumento per individuare e sostenere le persone e le famiglie più vulnerabili. Non si limita poi alla distribuzione di cibo, ma costituisce un autentico sostegno per le fasce più deboli della comunità.

Anche nel Veneto purtroppo, accanto alle forme più conosciute di emarginazione emergono nuove situazioni di povertà che coinvolgono sempre più famiglie costrette ad affrontare da sole le proprie difficoltà. Con il supporto della rete degli empori si interviene per sostenere le persone e le famiglie assistite, attivando percorsi di inclusione sociale e agendo per ridurre le disuguaglianze sociali e prevenire l’insorgere di nuove forme di vulnerabilità.

La Regione Veneto sostiene la rete in modo determinate, l’ultimo finanziamento deliberato in modo specifico ammonta 900.000 Euro.

In questo ultimi anni la rete la rete degli empori si è sviluppata molto: dai 7 empori del 2015 si è passati ai 24 nel 2019. Nel 2020 la rete si è ulteriormente allargata a 26 Empori e nel 2021 si è raggiunto il numero attuale di 28 realtà.

Clicca qui per vedere l’elenco degli empori.

Sicurezza stradale

Sicurezza stradale: infrastrutture e sensibilizzazione

Sul tema della sicurezza stradale, l’impegno della Regione si è concretizzato in diversi ambiti di intervento.

Infrastrutture

Solo nel periodo 2016-2022, con la Legge 39/91 sulla sicurezza stradale sono stati più di 600 gli interventi finanziati dalla Regione in materia di sicurezza stradale e ammodernamento della rete viaria, con un investimento complessivo pari a 205.350.000 euro realizzato in partnership con le amministrazioni comunali. Sono state completate 117 nuove rotonde o miglioramenti alle intersezioni stradali, 212 nuovi tratti di piste ciclabili e percorsi pedonali. Sono stati effettuati anche 278 interventi per migliorare la sicurezza e riqualificare la rete stradale, inclusa la costruzione di nuove strade. Un risultato che si traduce in prevenzione, riducendo notevolmente la pericolosità dei tratti viari interessati.

Educazione e sensibilizzazione

L’impegno regionale si realizza anche e soprattutto attraverso un’azione orientata all’educazione e alla sensibilizzazione alla prevenzione degli incidenti stradali, soprattutto coinvolgendo i più giovani, ossia gli automobilisti di domani, attraverso progetti innovativi per lo sviluppo di nuove tecnologie atte al miglioramento della sicurezza stradale e azioni volte valorizzare collaborazioni e sinergie tra enti.

Lo scorso anno, ad esempio, è stato attivato il tavolo operativo (unico in Italia) tra Regione, Ufficio Scolastico regionale e concessionarie autostradali disciplinato da uno specifico Protocollo d’Intesa per la messa a sistema di attività formative rivolte agli studenti del territorio regionale: il tavolo tecnico si è riunito con cadenza mensile e ha già definito un programma formativo da presentare alle scuole superiori tramite l’Ufficio scolastico regionale.

Veneto per la Salute

Nell’ambito del Piano Regionale Prevenzione (2020-2025) si aggiunge il protocollo d’intesa “Veneto per la Salute”, sottoscritto da Regione, Ufficio scolastico regionale e altri enti, all’interno del quale sono presenti programmi specifici che promuovono, ancor prima che la sicurezza, la salute dei nostri giovani attraverso una scuola che diventi un ambiente favorevole all’adozione di stili di vita salutari, prevenendo e contrastando l’uso di sostanze e l’abuso di farmaci, promuovendo al contempo la diffusione di una cultura della sicurezza e della mobilità sostenibile.

Per quanto riguarda la sicurezza stradale, i dati regionali di incidentalità confermano l’efficacia delle politiche intraprese e una tendenza in progressiva riduzione: dopo un aumento attorno ai primi anni 2000, si registra ora un trend in diminuzione, passando da 33,2 incidenti stradali ogni 1.000 abitanti nel 1991 a 25,5 nel 2021.

Vivi Bene Veneto

Teniamo sempre presente che solo promuovendo la cultura della sicurezza educhiamo i nostri giovani a essere cittadini migliori, capaci di rispettare sé stessi, gli altri e la stessa comunità; fondamentale è dunque orientare l’azione di sensibilizzazione verso i giovani, evitando un atteggiamento di imposizione e di paura ma, al contrario, puntando a coinvolgere e responsabilizzare le nuove generazioni, con un approccio moderno con il quale hanno più confidenza.

Proprio in quest’ottica si è sviluppata l’ultima iniziativa, in ordine di tempo, lanciata dalla Regione: il concorso di idee per l’attuazione di una campagna di sensibilizzazione in materia di sicurezza stradale, rivolto agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e alle scuole di formazione professionali. Il concorso si proponeva di creare consapevolezza nei ragazzi delle scuole invitandoli a realizzare contenuti sul tema con tre concetti, libertà, responsabilità, sicurezza.

La risposta degli studenti c’è stata, hanno realizzato brevi messaggi sulla prevenzione stradale, facendo emergere comportamenti giusti/sbagliati. I progetti premiati li trovate qui.

Piloti di Marca

All’impegno regionale si aggiungono iniziative territoriali come quella recentemente avviata dall’ULSS2 con il progetto “Piloti di Marca”, a fronte di bilanci ancora pesanti in tema di incidenti stradali, soprattutto tra i giovani.

Con il coinvolgimento di otto autoscuole del territorio, ci si è posti l’obiettivo di fare prevenzione, sensibilizzando i giovani sulla sicurezza e sul pericolo dell’abuso di alcol e droga, attraverso una riflessione sul valore della responsabilità per sé e per gli altri. Per dare maggiore forza al progetto, sono stati coinvolti anche tre testimonial che vivono sulla loro pelle e raccontano ai futuri utenti della strada le conseguenze provocate da un incidente.

Lifestyle, Sociale

Giornata Mondiale Senza Tabacco, manteniamo l’allerta

I numeri riguardanti il consumo di tabacco in Veneto sono in discesa, ma non possiamo permetterci di essere meno vigili, specialmente considerando l’aumento costante dell’uso di alternative alla classica sigaretta, come ad esempio la sigaretta elettronica. Questa nuova tendenza vede per protagonisti soprattutto donne e giovani, spinti dalla convinzione che non comporti alcun pericolo per la salute.

Se guardiamo i dati raccolti dal Sistema di Sorveglianza PASSI, nel 2022 meno di un quarto (22%) della popolazione veneta di età compresa tra i 18 e i 69 anni ha dichiarato di essere attualmente fumatore, dato simile al valore medio nazionale (24,5%, sorveglianza PASSI 2020-2021), con un’abitudine nei maschi maggiore rispetto alle donne (26% vs. 18%). Dal 2008 al 2014, la quota di fumatori veneti ha mostrato una riduzione tra il 2008 ed il 2014, per poi stabilizzarsi negli anni successivi. Nel 2022, la percentuale di quindicenni che dichiara di avere fumato negli ultimi 30 giorni è stata del 17% nei maschi e del 31% nelle femmine, un po’ più basso rispetto al dato nazionale (20% maschi e 29% nelle femmine).

I quindicenni che dichiarano invece di non aver mai fumato nella loro vita 62%, in aumento rispetto al 2018 (55%). Infine, i ragazzi che dichiarano di fumare quotidianamente sono il 6,9% nei quindicenni, in diminuzione rispetto agli anni precedenti (13,7% nel 2014, 8,6% nel 2018), e il 7,9% nei diciasettenni. Nelle ultime due rilevazioni la percentuale di tredicenni che fumano quotidianamente risulta ridotta a valori inferiori all’1%.

Per quanto riguarda invece la fascia 0-2 anni, va rilevato che nel 2022 il 3,5% delle mamme partecipanti alla sorveglianza in Veneto ha riferito di avere fumato in gravidanza, uno dei dati più bassi in Italia, quasi la metà del dato nazionale (6,4%), ma le donne tendono a riprendere a fumare allontanandosi dalla data del parto, in linea con il dato nazionale. Si osserva una minore frequenza di fumatori nella popolazione di 50-69 anni (18%), mentre le maggiori percentuali si osservano nella fascia di età più giovane di 18-24 anni (27,8%).

Secondo i dati, sono le ragazze a fumare di più (22%, a fronte del 16% dei ragazzi). E sono sempre le ragazze a fare il primo tiro o svapo, sia per sigaretta tradizionale (33,8% femmine vs. 22,3% maschi), sia per sigaretta elettronica (41% vs. 37%), sia per l’uso di prodotti al tabacco riscaldato (35,5% vs. 21,8%). Soltanto il 3% dei ragazzi fuma solo sigarette di tabacco, il 6% sigaretta elettronica e la maggioranza combinazioni tra i diversi tipi.

Per questo risulta fondamentale, nell’impegno regionale a promuovere corretti stili di vita, concentrare progetti di sensibilizzazione contro il fumo nell’ambito scolastico, rendendo sempre più consapevoli i ragazzi dei rischi per la salute che queste abitudini comportano. Ma anche coscienti dei molti gesti quotidiani di cui possono rendersi responsabili fin da piccoli per curare la propria salute, instaurando abitudini che contribuiscono al proprio benessere.

 

Le iniziative promosse dalla Regione Veneto

Proprio all’interno delle iniziative promosse dalla Regione, in collaborazione con le scuole e la comunità, si inserisce l’evento svoltosi il 31 maggio 2023 a Treviso, con la premiazione delle classi vincitrici di 2 iniziative che fanno parte di alcuni programmi regionali annuali identificati come pratiche raccomandate per promuovere il benessere, rivolti alle scuole che fanno parte della Rete Regionale di Scuole che Promuovono Salute sulle tematiche della promozione della salute e dei corretti stili di vita:

SMOKE FREE CLASS: un progetto di prevenzione del tabagismo, che si realizza attraverso un concorso che richiede di rimanere “smoke free” per 6 mesi scolastici. Durante questo periodo vengono discussi, con gli insegnanti di riferimento, argomenti relativi al fumo di tabacco e compilate mensilmente le Schede di Monitoraggio e il Diario di Classe.

1 KM AL GIORNO: un’iniziativa regionale nata nel 2021 dalla collaborazione della Direzione Prevenzione con gli Uffici Scolastici Regionale e Provinciali, per la promozione di stili di vita attivi nei ragazzi preadolescenti e adolescenti, al fine di migliorare la frequenza e la qualità del movimento, venuto meno durante il difficile periodo emergenziale. Le classi partecipanti si impegnano a camminare per 1 km almeno una volta al giorno per più giorni possibili durante l’anno scolastico. Al termine dell’iniziativa, le classi che risultano avere praticato il km anche se non ogni giorno, ma costantemente per tutta la durata del concorso, partecipano a una lotteria regionale per l’estrazione delle classi vincitrici.

Sanità, Sociale

Le misure della Regione del Veneto per il contrasto alla sedentarietà

La strategia regionale in sintesi

Da diversi anni, la Regione del Veneto ha elaborato una complessa strategia per combattere l’inattività fisica e favorire uno stile di vita dinamico in tutte le fasce d’età e in ogni ambito di vita. Tale strategia, parte integrante del Piano regionale di Prevenzione 2020-2025, si propone di incentivare l’attività motoria, potenziando i progetti già presenti sul territorio regionale, con un approccio trasversale e multidisciplinare.

La strategia si sviluppa attraverso le seguenti aree di intervento:

  • Promozione dell’attività motoria nella popolazione sedentaria sana, mediante iniziative specifiche in contesti come scuole, luoghi di lavoro e comunità. Queste attività possono essere integrate nella routine quotidiana o organizzate in occasioni dedicate, come ad esempio il Pedibus per le scuole primarie, 1 km al giorno per le scuole secondarie, i gruppi di camminata, le attività in palestra per gli anziani e le attività nei parchi, eccetera.
  • Interventi mirati alla popolazione con uno o più fattori di rischio o con patologie specifiche che possono trarre benefici dal movimento. Questi interventi possono prevedere la prescrizione di esercizio fisico strutturato in strutture private dedicate, come previsto dalla normativa regionale 8/2015 relativa alla prescrizione dell’esercizio fisico e alle palestre della salute.
  • Creazione di contesti idonei alla promozione dell’attività motoria mediante interventi strutturali e ambientali. Ciò include la creazione della Rete Comuni Attivi, la promozione di percorsi ciclo-pedonali l’adozione di azioni nell’ambito dell’Urban Health.
  • Attività di comunicazione, informazione e formazione rivolte sia alla popolazione che agli operatori sanitari. Queste azioni mirano a diffondere conoscenza e consapevolezza sull’importanza dell’attività fisica e a fornire strumenti utili per la promozione di uno stile di vita attivo.

Per sostenere l’intera strategia, la Regione del Veneto ha implementato una campagna di sensibilizzazione rivolta alla popolazione, con l’obiettivo di informare sull’importanza dell’attività fisica e guidare le persone verso le strutture o le opportunità più adatte per aumentare il loro livello di movimento.

 

Comuni Attivi

Attraverso il Piano Regionale della Prevenzione 2020-2025, la Regione del Veneto si impegna a promuovere una consapevole adozione di uno stile di vita sano e attivo per tutte le fasce d’età, incoraggiando anche processi di inclusione e aggregazione al fine di contrastare il peso delle malattie croniche e contribuire al miglioramento della qualità della vita. In questa prospettiva, si pone l’obiettivo di creare la “Rete Regionale dei Comuni Attivi”.

I Comuni, in quanto Enti di prossimità, svolgono un ruolo fondamentale nella promozione e tutela della salute della propria popolazione, e possono avviare efficacemente progetti comunitari che coinvolgono le Aziende Sanitarie, le scuole, i cittadini e le associazioni, investendo nella prevenzione primaria (attraverso attività fisica, alimentazione corretta, mobilità sostenibile, ecc.).

A livello di comunità, è di fondamentale importanza promuovere l’attività fisica anche attraverso la creazione di contesti favorevoli, mediante la rigenerazione urbana, la promozione della mobilità sostenibile e la creazione di aree verdi e spazi pubblici sicuri, inclusivi e accessibili anche per persone anziane o fragili.

Il programma PP2 “Comunità Attive” del Piano Regionale della Prevenzione 2020-2025 prevede che le Aziende ULSS del territorio incoraggino i Comuni ad aderire alla rete, fornendo loro supporto per diventare Comuni Attivi. Ai Comuni viene richiesto di attivare programmi di promozione dell’attività fisica per tutte le età e di implementare almeno un intervento integrato finalizzato alla creazione e al miglioramento di contesti urbani che favoriscano uno stile di vita attivo.

I Comuni che aderiscono alla rete sono invitati ad adottare una strategia multicomponente e multisettoriale per contrastare la sedentarietà, rivolta a tutta la popolazione (bambini, ragazzi, adulti, anziani) e in tutti gli ambiti, con particolare attenzione alle categorie a rischio a causa di patologie croniche o difficilmente raggiungibili a causa di svantaggi sociali ed economici, al fine di garantire equità e combattere le disuguaglianze nella salute.

È stato rinnovato il protocollo di intesa con la UISP-Veneto, che, grazie alla sua vasta esperienza e conoscenza del territorio, può svolgere un ruolo di promotore di progetti volti alla promozione dell’attività fisica per tutte le fasce d’età. La UISP può efficacemente supportare i Comuni nell’individuazione delle esigenze specifiche del loro territorio e nella realizzazione delle attività motorie più adatte.

 

Urban Health

Negli ultimi anni si è diffuso il concetto di Urban Health, un orientamento strategico che integra le azioni di tutela e promozione della salute con la progettazione delle aree urbane, mettendo in evidenza l’importante legame tra il benessere fisico, psicologico e sociale e l’ambiente urbano in cui viviamo. È ampiamente dimostrato che il benessere generale e il contesto urbano-sociale sono strettamente correlati e interdipendenti, il che significa che le azioni sulle strutture fisiche possono influenzare le abitudini quotidiane dei cittadini e avere un impatto estremamente positivo sulla salute della comunità.

Con la Deliberazione della Giunta Regionale n. 1505 del 22.11.2022, la Regione del Veneto ha istituito l’Osservatorio Urban Health, con il compito di diffondere e promuovere la conoscenza degli ambienti salutari sul territorio, indirizzare le politiche urbane verso obiettivi che favoriscano i determinanti ambientali e sociali per la salute urbana, organizzare momenti di formazione su varie tematiche legate Urban Health e fornire supporto alle AULSS nella progettazione e attuazione di interventi di rigenerazione urbana, anche con l’obiettivo di favorire l’adesione alla rete dei “Comuni Attivi”.

 

Palestre della Salute

Le “Palestre della Salute”, istituite dalla Regione del Veneto in conformità all’articolo 21 della Legge Regionale 8/2015 e successive modifiche, sono strutture che vanno oltre le normali palestre, poiché soddisfano requisiti specifici che le rendono adatte ad accogliere cittadini affetti da patologie croniche non trasmissibili stabilizzate (come malattie cardiache, patologie respiratorie, diabete, malattie renali, ecc.) per l’esecuzione di programmi di esercizio fisico prescritti dal medico. Queste strutture offrono l’opportunità di svolgere attività fisica adattata alla condizione individuale, con caratteristiche che massimizzano i benefici per la salute e minimizzano i possibili rischi di recidive.

 

1 Km Al Giorno

“1 Km al giorno nel tuo Comune” è un’iniziativa volta a promuovere l’attività fisica tra la popolazione, offrendo a tutti la possibilità di percorrere un sentiero pedonale di 1 chilometro tracciato con apposita segnaletica. Questo percorso, facilmente accessibile e sicuro, è pensato per essere percorribile da chiunque. Camminare lungo questo tragitto rappresenta il primo “passo” per mantenere uno stile di vita attivo e sano, poiché si tratta di un’attività semplice da praticare, che non richiede una preparazione atletica particolare e può essere svolta in qualsiasi momento, senza la necessità di attrezzature specifiche. Questa iniziativa si evolve dalla precedente iniziativa “1 Km al giorno Educational”, originariamente rivolta alle scuole secondarie.

 

Vivo Bene Map

Vivo Bene Map è una nuova piattaforma web che offre un sistema di visualizzazione dei servizi territoriali e delle strutture pubbliche e private presenti sul territorio regionale, con l’obiettivo di supportare la popolazione e il personale sanitario nella promozione di comportamenti salutari (come il movimento, una corretta alimentazione e il controllo del consumo di tabacco e alcol). Attraverso un attento e dinamico lavoro di rete con i soggetti del proprio territorio, ogni Dipartimento di Prevenzione delle Aziende ULSS alimenta la mappa delle strutture, così da agevolare la partecipazione attiva dei cittadini.

Per ulteriori e accurate informazioni, invito a leggere il rapporto “Attività motoria e sedentarietà in Veneto”.

salute bambino mamme
Sanità, Sociale

La salute dei bambini nei primi 1.000 giorni di vita. I numeri e l’impegno del Veneto con Programmi specifici e Piano Regionale di Prevenzione 2020-2025

Per monitorare gli indicatori chiave utili ad aviare la programmazione sanitaria di percorso nascita e salute del bambino nei suoi primi 1.000 giorni di vita, il Ministero della Salute ha attivato il secondo “Sistema di Sorveglianza 0-2 anni sui principali determinanti di salute del bambino”, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

Si tratta di un’attività di presidio della sanità per migliorare azioni e comportamenti quali la corretta assunzione di acido folico, l’astensione da fumo di tabacco e alcolici durante la gestazione e l’allattamento, l’adesione all’offerta vaccinale, l’allattamento, la posizione corretta in culla, la protezione dall’esposizione agli schermi e la lettura precoce in famiglia.

 

Le mamme e i bambini del Veneto

Dalla relazione è emerso quanto oggi in Veneto le mamme siano accorte in gravidanza, con un minor consumo di alcool e tabacco, che l’allattamento al seno è sopra la media nazionale e che c’è sempre più attenzione alla sicurezza del bambino in casa e in auto. Anche per quanto riguarda l’assunzione dell’acido folico (95,3%), le mamme venete si sono distinte.

In totale sono state coinvolte 35.550 mamme di 18 regioni; 1.768 le mamme venete, reclutate presso i Centri Vaccinali con un alto tasso di adesione: il 96,6%. Il 44% di loro aveva un’età superiore ai 34 anni. Sensibilmente più basse delle relative medie nazionali sono state le percentuali di mamme venete con titolo di studio non oltre la licenza media (9,3% Vs. 14,7%) e con difficoltà economiche (27,4% Vs. 34,5%). 57,4%. La quota di donne al primo parto (similmente alla media nazionale: 54,2%), con un 77,9% di queste che aveva partecipato a un Corso di Accompagnamento alla Nascita (molto meglio della media nazionale, che è del 61,2%).

 

Luci e ombre dei dati su fumo e alcool

Sebbene l’obiettivo resti l’azzeramento, si è rivelata comunque particolarmente bassa la percentuale delle mamme venete fumatrici in gravidanza: solo il 3,5%, quasi la metà della media nazionale (6,4%).

Purtroppo, però – seppur con numeri più bassi della media nazionale – resta la tendenza a ritornare al fumo man mano che ci si allontana dalla data del parto: 7,4% delle mamme di bambini dai 2 ai 5 mesi e 11,7% delle mamme di bambini dagli 11 ai 15 mesi. In termini generali, il 30% dei bambini veneti è ancora esposto al fumo passivo (a causa della madre e/o della persona convivente). Questo dato, comunque, è tra i più bassi in Italia (media nazionale: 38%).

Il 18,9% delle mamme venete (18,6% la media nazionale) ha dichiarato di aver consumato alcool almeno una o due volte al mese durante la gravidanza. Anche qui, similmente al fumo, la quota si alza man mano che ci si allontana dalla data del parto, con dati in linea con quelli nazionali. Il Veneto, però, è tra le regioni con maggiore consumo di alcool pro-capite, perciò il fatto che la percentuale di mamme che consumano alcool sia in linea con la media nazionale è perlomeno rassicurante.

 

L’importanza dell’allattamento al seno

Solo il 10,8% (a fronte di una media nazionale del 13%) dei bambini in Veneto non è mai stato allattato al seno. Tra i 2 e i 3 mesi l’allattamento esclusivo al seno si attesta al 53,3% (46,7% il dato nazionale); al quarto/quinto mese la quota si abbassa al 41,6% (30% il dato nazionale). Sono tutti dati migliori rispetto alla media nazionale e rappresentano l’impegno della Regione Veneto nella promozione dell’allattamento al seno, grazie anche al supporto delle Strutture Ospedaliere del territorio (Protocollo di Intesa alla Rete OMS UNICEF Ospedali Amici del Bambino).

 

Sicurezza in casa e in auto

La Regione Veneto promuove costantemente campagne di sensibilizzazione attraverso il Piano Regionale Prevenzione 2020-2025 in ambito di “salute precoce”: in particolare nella sicurezza negli ambienti di vita. In questo contesto si inserisce un altro dato veneto migliore della media nazionale, quello che riguarda la percentuale di mamme che, a causa di incidenti domestici del bambino, è ricorsa a pediatra, altro medico o pronto soccorso: 11,3%, a fronte di una media nazionale del 12,4%.

Irrisoria la quota di mamme che dichiara di non utilizzare il seggiolino in auto (0,6%), sebbene il 29,0% riferisca che il suo uso risulta difficoltoso. Per i bambini dai 2 ai 5 mesi, il 19,7% delle mamme ha riferito di riscontrare difficoltà nel farli stare seduti e allacciati al seggiolino. La percentuale sale al 37,2% per i bambini dagli 11 ai 15 mesi. Dati in linea con quelli delle altre 17 Regioni monitorate.

Sanità

4 Marzo, Giornata Mondiale per la Lotta contro il Papilloma Virus

In questa importante data voglio dedicare una riflessione sul tema, con l’auspicio di contribuire a diffondere informazioni utili su questa patologia, ma soprattutto sugli importanti strumenti messi in campo per sconfiggerla.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato, nel novembre 2020, la “Strategia globale per accelerare l’eliminazione del tumore cervicale come problema di salute pubblica” per sconfiggere la malattia, più comunemente conosciuta come tumore al collo dell’utero, entro il 2050. Naturalmente è necessario uno sforzo congiunto da parte di tutte le autorità sanitarie a livello nel mondo, ma l’idea di poter sconfiggere una neoplasia così grave è senza dubbio incoraggiante.

Il cancro alla cervice uterina rappresenta ancora, purtroppo, la seconda causa di morte per tumore nelle donne in età fertile. Molto è stato fatto in questi anni, come accennavo prima, per individuare nuove cure, tanto che il tasso di sopravvivenza continua ad alzarsi.

 

La situazione in Italia, dal Pap-test all’HPV-DNA test

In Italia si registrano ogni anno più di 500 decessi a causa tumore del collo dell’utero o cervice uterina, un dato che fortunatamente è in continua e forte riduzione fin dall’inizio degli anni Ottanta, per effetto delle campagne di screening per diagnosi precoce tramite il Pap-test, introdotto negli anni Cinquanta, che ha permesso di ridurre drasticamente l’incidenza e la mortalità. A questo metodo di prevenzione, negli ultimi anni si è affiancato e sostituito un esame per identificare la presenza di DNA di papillomavirus sulla superficie del collo dell’utero (HPV-DNA test).

 

L’importanza della prevenzione e l’obiettivo europeo “90-90-90”

Attraverso la prevenzione primaria, oggi si può efficacemente contrastare circa il 90% dei nuovi casi di tumore da HPV. A oggi sono molti i Paesi che hanno adottato un programma di prevenzione nazionale contro l’HPV, tra cui l’Italia, dove la vaccinazione è offerta attivamente e gratuitamente ai ragazzi e alle ragazze nel corso del dodicesimo anno di vita.

L’obiettivo europeo è quello di accelerare l’eliminazione del cancro cervicale come problema di salute pubblica entro il 2030, attraverso la strategia che si riassume nel “90-90-90”:

  • 90% della copertura vaccinale per la popolazione target (adolescenti maschi e femmine)
  • 90% accesso gratuito allo screening cervicale nelle donne dai 25 ai 64 anni
  • 90% accesso tempestivo ai trattamenti per cancro cervicale e lesione precancerosa.

 

Il Piano Oncologico Nazionale e il Piano Nazionale Vaccini

L’obiettivo europeo di debellare i tumori causati dal papillomavirus umani è pienamente condiviso dall’Italia e contenuto anche nel nuovo Piano Oncologico Nazionale, recentemente approvato dalla Conferenza Stato Regioni, dove viene ribadito l’obiettivo di vaccinare almeno il 90% della popolazione bersaglio di ragazze nell’Unione Europea e aumentare considerevolmente la copertura vaccinale dei ragazzi entro il 2030.

Anche il nuovo Piano Nazionale Vaccini, in corso di definizione, riporta target elevati per la copertura vaccinale, prevedendo addirittura una copertura del 95% entro il 2030, più alta rispetto alla previsione europea. Target scelto anche dalla nostra regione.

 

L’impegno del Veneto

Il Veneto è fortemente impegnato nella campagna di prevenzione contro il Papilloma Virus (HPV), che può colpire non solo il genere femminile, provocando principalmente il tumore al collo dell’utero, ma anche il genere maschile, con la comparsa di condilomi e, secondo alcune evidenze scientifiche, anche di carcinomi del pene, dei testicoli e uroteliali.

La nostra regione promuove la campagna vaccinale rivolta principalmente ai giovani, dodicenni, di entrambi i sessi. Nonostante le difficoltà incontrate durante le fasi più acute della pandemia, che hanno provocato un inevitabile rallentamento sulla chiamata, si è sempre conservata la capacità di prendere in carico i soggetti richiedenti la vaccinazione, mettendo in atto successivamente un’immediata ripresa e importante spinta sulla campagna vaccinale.

Ricordo che ad oggi in Veneto è prevista l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione contro il papilloma virus (HPV) agli adolescenti di sesso femminile e maschile della coorte del 12° anno di età fino al compimento dei 18 anni; ai soggetti di sesso femminile e a quelli di sesso maschile che non abbiano aderito o completato il ciclo vaccinale, fino al compimento del 25° anno di età.

Le donne vaccinate contro HPV entro i 15 anni hanno un rischio molto ridotto di sviluppare tumori o lesioni pretumorali, per cui iniziano lo screening a 30 anni. Le donne non vaccinate contro HPV entro i 15 anni, invece, iniziano lo screening a 25 anni.

 

I Programmi di Screening

Al fianco della vaccinazione, è attiva un’importante attività di prevenzione, lo “screening oncologico cervicale”, rivolto alle donne che hanno residenza in Veneto, a partire dai 25 o 30 anni di età, a seconda dello stato vaccinale per la vaccinazione contro il Papillomavirus (HPV), e fino ai 64 anni. Finora è stata riscontrata una notevole capacità di garantire livelli qualitativi elevati delle prestazioni e ottimi risultati sul piano della prevenzione e della diagnosi precoce. I “Programmi di Screening” hanno lo scopo di ridurre la mortalità, favorendo la diagnosi precoce di tumori e di lesioni che potrebbero evolvere in tumore (lesioni pretumorali), accrescendo così le possibilità di cura e di guarigione, per ridurre la mortalità e nel contempo accrescere le possibilità di cura e di guarigione.

 

Prevenzione, informazione, consapevolezza

Informazione, prevenzione e screening, sono i punti fermi dell’azione regionale, rivolta soprattutto alle giovani generazioni nella lotta contro questo tipo di tumore.

Le procedure previste sono efficaci e gratuite ma serve diffondere l’informazione e la consapevolezza, già in giovane età, sull’importanza degli strumenti offerti a tutta la popolazione, indipendentemente dallo status sociale e dalla provenienza.

Sanità, Sociale

Screening al seno in Veneto, un percorso per rasserenare ogni donna

Ottobre rosa | La vostra Regione è presente

Questo è un mese importante per noi donne. Ad ottobre, infatti, ripartono le campagne sull’importanza della prevenzione e dello screening del tumore al seno.

La Regione Veneto c’è da molti anni e rinnova il suo impegno per sensibilizzare le donne sulla prevenzione e la tutela della salute.

Il tumore al seno è ancora, purtroppo, la neoplasia più frequente tra le donne (si stima intorno al 30% delle nuove diagnosi di tumore) per la quale, la ricerca, la combinazione di una diagnosi precoce e l’introduzione di protocolli terapeutici sempre più innovativi hanno portato la sopravvivenza all’87% a 5 anni dalla diagnosi.

 

Fattori di rischio

Le cause del tumore al seno non sono ancora note, ma è possibile individuare alcuni fattori di rischio, che possono essere:

  • ETÀ: nella maggior parte dei casi, infatti, si tratta di donne con età superiore ai 50 anni.
  • FATTORI ORMONALI: ciclo, prima gravidanza dopo i 30 anni, menopausa, contraccettivi orali e terapie ormonali.
  • STILE DI VITA: sedentarietà, obesità, ma anche alimentazione non equilibrata o abuso di alcol e fumo.
  • FAMILIARITÀ: alcune mutazioni genetiche predispongono effettivamente a questa neoplasia. Infatti, si aggira intorno al 5-7% la percentuale di tumori correlati a una predisposizione genetica.

Dobbiamo essere consapevoli che la migliore cura è la prevenzione. Ciò vale sempre, ma soprattutto per questa patologia.

 

Screening e prevenzione, cosa garantisce la Regione Veneto

Lo screening del tumore al seno è un intervento di sanità pubblica e rientra nella cultura della sanità veneta che ha introdotto i programmi di screening già dagli anni ’90, prima ancora che fossero previsti come obbligatori dal sistema sanitario pubblico con l’introduzione dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).

La Regione del Veneto predispone il servizio di screening completamente gratuito per tutte le donne tra i 50 e i 74 anni. Alzare l’età di intervento è un impegno di attenzione per la salute della donna; per capire l’importanza, si pensi che a livello nazionale le Regioni hanno l’obbligo di garantire lo screening alle donne fino ai 69 anni.

Ho parlato prima dell’importanza della ricerca: dal 2018 la Regione Veneto finanzia l’Istituto Oncologico Veneto per il “Progetto pilota per lo screening delle giovani donne: protocolli personalizzati dopo la stratificazione del rischio”. Si tratta di uno screening mammografico personalizzato che coinvolge oltre 10 mila donne e che ha consentito, fino ad ora, di individuare precocemente e già alla prima chiamata 64 nuovi casi di tumore in donne asintomatiche, inserendole al trattamento più adeguato.

Questo percorso di ricerca su donne più giovani ci ha portato a fare di più. Nel Nuovo Piano di Prevenzione approvato a dicembre 2021 abbiamo previso, a partire dal 2025, di estendere lo screening anche per le donne dai 45 ai 49 anni. La volontà è quella di fare tutto il possibile per una riduzione della mortalità mediante azioni di contrasto efficiente.

Al di sotto dei 45 anni le evidenze scientifiche oggi non suggeriscono di effettuare lo screening su tutta la popolazione, ma stiamo lavorando sulla possibilità di estenderlo ai casi di familiarità.

 

Oggi abbiamo messo in campo modalità organizzative efficienti

Dal compimento del cinquantesimo anno di età è previsto l’invio di una lettera di invito con cui si propone un primo appuntamento, la cui data può essere eventualmente modificata online o attraverso il numero indicato sulla lettera stessa.

Successivamente alla visita, in caso di esito negativo, l’ULSS di riferimento avvierà la procedura di contatto per un controllo periodico ogni 2 anni. Nel caso in cui, invece, l’esito della mammografia rilevi la necessità di ulteriori approfondimenti, sarà sempre l’ULSS a contattare la paziente per programmarli.

Da anni ormai l’organizzazione del Sistema Sanitario Regionale, anche grazie all’uso di internet, raggiunge capillarmente tutto il territorio Veneto.

Inoltre, grazie alla ROV – Rete Oncologica Veneta – ogni malato, in qualsiasi parte del Veneto venga curato, riceve le stesse cure, terapie e medicinali. Tutte le conoscenze sono condivise in rete tra i vari centri della Regione.

La donna viene presa in carico fin dalla prima diagnosi e accompagnata da equipe sanitarie multidisciplinari per tutto il cammino di diagnosi, cura e follow-up, fino all’augurata guarigione. Il contributo al raggiungimento in modo significativo di importanti risultati è stata l’introduzione e lo sviluppo delle Breast Unit, strutture multidisciplinari specializzate che permettono la pianificazione e l’individuazione dell’opzione terapeutica più adeguata.

 

Facciamo la nostra parte

Per tutte le informazioni relative al programma di screening regionali e gli approfondimenti, riporto di seguito i relativi link:

https://www.regione.veneto.it/web/sanita/screening-mammografico1
https://infogram.com/screening-mammella-veneto-2021-1h8n6m3q19w3z4x?live

Me lo dico ogni mattina: “Dobbiamo volerci bene, prenderci cura di noi stesse”. In primo luogo, attraverso l’adozione di uno stile di vita sano che permetta di tenere sotto controllo il proprio peso, seguendo un’alimentazione corretta ed equilibrata, evitando fattori di rischio quali alcol e fumo e praticando una regolare attività sportiva.

Proprio perché ci vogliamo bene dobbiamo “obbligarci” a effettuare controlli periodici, oltre all’autopalpazione, che già di per sé permette la diagnosi precoce di eventuali forme tumorali.

Aderiamo alla campagna di screening, avete capito che è semplice e gratuito, può davvero fare la differenza per ognuna di noi! Ci incoraggiano i numeri: lo scorso anno, in Veneto, la partecipazione allo screening è stata di oltre 260.000 donne (tra i 50 e i 74 anni), la diagnosi di tumore si è verificata in 1.700 casi, dei quali più di mille a uno stadio meno severo.

A questo aggiungo anche l’opportunità, sempre attraverso il Servizio Sanitario, di effettuare ecografie, mammografie e visite senologiche anche per le giovani donne che, per età, non rientrano nel programma di screening ma potenzialmente esposte ad altri fattori di rischio (fattori ormonali, familiarità…).

Parlatene col vostro medico.

Famiglia Veneto Sonia Brescacin
Sociale

La legge a sostegno della famiglia e della natalità

Il Consiglio Regionale ha approvato le nuove “Norme a sostegno della natalità e della cura dei minori. Interventi a sostegno delle famiglie e della natalità”, una legge che ha l’obiettivo focalizzato sulla famiglia nelle sue varie sfaccettature. Una legge che si propone interventi e iniziative volti a sostenere e a incentivare questo nucleo che è alla base della nostra società e che, in momenti così difficili e particolari, ha bisogno di supporto e sostegno.

Un punto innovativo è l’introduzione del nuovo concetto di “fattore famiglia“: uno strumento per definire con equità le condizioni economiche e sociali delle famiglie nell’accesso ai servizi a domanda individuale, come asilo nido, centro estivo, impianti sportivi, refezione e trasporto scolastico, e ai contributi regionali.

Dal rapporto di ricerca “Le politiche familiari della Regione del Veneto” (2015) compiuto dall’Osservatorio della Spesa e delle Politiche Pubbliche del Consiglio regionale del Veneto e dal Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università degli Studi di Verona ne emergono le caratteristiche sociodemografiche della popolazione residente oggi, in Veneto, che possono essere riassunte in questi 8 punti:

  1. famiglie sempre più ridotte nel numero medio di componenti (2,39)
  2. calo dei matrimoni, che vengono celebrati in età sempre più avanzata
  3. aumento di separazioni e divorzi
  4. aumento dei single, in particolare nella fascia over 65 anni
  5. presenza consolidata e stabile di cittadini stranieri e dei loro nuclei familiari
  6. diversi tassi di fecondità tra donne italiane (1,26 nel 2013) e donne straniere (2,13 nel 2013)
  7. aumento consistente della popolazione straniera nella fascia di età 0-5 anni (+ 31.675 nel 2013 rispetto al 2003), con valori più marcati nella fascia di età 3-5 anni (+17.080)
  8. diminuzione della popolazione italiana nella fascia di età 0-5 anni (- 11.083 nel 2013 rispetto al 2003), con valori più marcati nella fascia di età 0-2 anni (- 9.213 nel 2013 rispetto al 2003).

Inoltre, il rapporto descrive anche le principali caratteristiche della popolazione residente nel territorio Veneto:

• progressivo invecchiamento della popolazione per l’allungamento della vita media ma anche per il restringimento delle classi giovanili

• la riduzione del tasso di fecondità (nel 2013, 1,42)

• la trasformazione e la semplificazione delle strutture familiari.

Secondo i dati ISTAT diffusi nel 2017, le famiglie in Veneto, nel 2016, erano 2.069.049, di cui 6.001 in situazioni di bisogno e beneficiarie di contributi regionali.

LA LEGGE REGIONALE

Si prefigge una serie di obiettivi volti alla valorizzazione delle funzioni sociali della famiglia e all’accompagnamento della stessa dalla creazione in tutto il percorso di crescita, alla promozione della vita fin dal concepimento e in tutte le sue fasi, offrendo alle famiglie, e in particolare ai genitori, sostegni economici, servizi e un contesto socioculturale idoneo per consentire di non ridimensionare il progetto di vita familiare e realizzando e favorendo interventi volti a prevenire e a rimuovere le difficoltà economiche, con particolare attenzione alla rimozione degli ostacoli di ordine sociale, culturale ed economico che impediscono le nuove nascite e la vita della famiglia.

Una legge che coinvolge gli attori che compongono le famiglie ma anche le istituzioni politiche, i soggetti pubblici, gli amministratori, gli operatori dei servizi pubblici e del privato sociale sulle politiche familiari e di temi ad essa correlati.

Una legge che tocca a 360 gradi tutti gli aspetti della famiglia, dei suoi componenti e le molte e complesse sfumature che la compongono.

Per realizzare gli obiettivi, nel disegno di legge, è previsto il “programma triennale degli interventi”, che contiene:

  • gli obiettivi generali da perseguire
  • le modalità
  • le forme di azione
  • le priorità da attuare nel triennio di riferimento
  • le strutture regionali coinvolte in tale programma
  • l’ammontare complessivo delle risorse destinate nel triennio
  • la ripartizione tra i vari interventi.

È prevista la “cabina di regia per la famiglia” per la verifica e la valutazione degli effetti prodotti dagli interventi previsti dal “programma triennale degli interventi “.

La cabina è composta da: l’assessore regionale alle politiche sociali; gli assessori regionali competenti per le materie previste dal piano o loro delegati; il dirigente della struttura regionale competente in materia di servizi sociali (o un suo delegato); due rappresentanti dell’Associazione nazionale comuni d’Italia; due direttori dei servizi socio sanitari delle Aziende ULSS; cinque rappresentanti degli organismi di rappresentanza delle famiglie del territorio regionale, individuati a cura della struttura regionale competente in materia di servizi sociali.

I punti trattati toccano appunto tutti gli argomenti dalla creazione fino al suo percorso di crescita e sono:

  1. il nascituro è riconosciuto quale destinatario di tutti i benefìci previsti dalle leggi regionali e attribuiti in base a graduatorie che tengono conto del numero di figli
  2. è istituito un assegno prenatale al fine di fronteggiare i costi legati alla gravidanza e le spese fondamentali nei primi mesi di vita del bambino e viene sostenuto il potenziamento e la riqualificazione dei servizi socioeducativi destinati alla prima infanzia.
  3. viene intrapreso il progetto denominato Nidi Gratis per l’azzeramento della retta di frequenza dei servizi socio-educativi destinati alla prima infanzia
  4. vengono individuate apposite premialità nei bandi per l’assegnazione di contributi a favore di progetti per la conciliazione degli orari dei servizi educativi per la prima infanzia del territorio con le esigenze degli utenti dei medesimi servizi, presentati dai comuni e-o dalle loro aggregazioni
  5. viene istituito un fondo a favore dei comuni che attivano progetti verso le famiglie con figli minori di età rimasti orfani di uno o di entrambi i genitori
  6. viene istituito un fondo per l’accesso al credito, finalizzato ai bisogni primari delle famiglie monoparentali e dei genitori separati o divorziati al fine di agevolare l’autonomia finanziaria delle famiglie monoparentali e dei genitori separati o divorziati, in situazione di difficoltà economica
  7. viene previsto il potenziamento delle funzioni di assistenza e di mediazione familiare presso i consultori familiari
  8. viene previsto un fondo a favore dei Comuni, in forma singola o associata, che attivano progetti verso le famiglie con partì trigemellari e famiglie con numero di figli pari o superiore a quattro
  9. vengono previsti contributi agli enti locali per le famiglie in difficoltà economiche e le famiglie numerose che avviano percorsi sportivi a favore dei figli all’interno delle associazioni e società sportive
  10. viene garantito il diritto alla bigenitorialità dei figli minori
  11. viene prevista la priorità di accesso agli interventi di natura economica sulla base del reddito ISEE
  12. vengono previsti protocolli d’intesa tra enti locali, istituzioni pubbliche e private e ogni altro soggetto, diretti alla realizzazione di reti e sistemi articolati di assistenza omogenei sul territorio regionale a sostegno dei genitori soli, separati o divorziati
  13. si sostiene la valorizzazione dell’associazionismo familiare anche mediante l’istituzione dell’elenco regionale degli organi di rappresentanza delle famiglie
  14. viene prevista una certificazione di riconoscimento familiare, alla quale aderiscono volontariamente le organizzazioni pubbliche e private che intendono adottare standard di qualità familiare dei servizi erogati o implementare i processi gestionali, per accrescere il benessere familiare territoriale.
  15. vengono previsti gli sportelli per la famiglia, che assicurano attività di supporto per agevolare la conoscenza delle norme e dei provvedimenti nazionali, regionali e locali in materia di politiche familiari e di accesso ai servizi rivolti ai nuclei familiari
  16. vengono promosse le alleanze territoriali per la famiglia, reti territoriali che promuovono nelle comunità locali iniziative di politiche attente ai bisogni delle famiglie
  17. viene prevista la Valutazione d’impatto familiare, per orientare le strategie complessive di governo a sostegno della famiglia, in considerazione della sua valenza sociale ed economica, con particolare riguardo alla promozione della genitorialità e della natalità, in attuazione dei principi di equità sociale, sussidiarietà, adeguatezza e a sostegno della solidarietà familiare, con speciale riferimento alle famiglie in cui sono presenti persone con disabilità o in situazioni di disagio.
News, Travel

“VENETO OUTDOOR”

LA PRIMA APP PER LE ESCURSIONI IN VENETO

In Veneto abbiamo moltissimi chilometri di itinerari e sentieri di ogni genere, per chi fa sport e per chi cammina per il semplice piacere di uscire all’aria aperta, magari in compagnia, per una chiacchierata on the go. Itinerari bellissimi dal punto di vista naturalistico, interessanti per chi ama la cultura e appaganti per chi ama gustare anche un buon piatto tradizionale.

È stata del Governatore Luca Zaia l’idea di creare un’app per i “backpacker” (ossia i “viaggatori con lo zaino in spalla”) che mostra più di cento sentieri e itinerari in tutto il Veneto, dai più ai meno conosciuti. Sì, perché Veneto Outdoor offre questo: la possibilità per tutti di conoscere, in modalità “smart”, la bellezza che ci circonda, quella che magari si trova proprio dietro casa o in un angolo poco conosciuto ma bellissimo del Veneto.

 CHE COS’È E PER CHI È

Veneto Outdoor è un’app per mobile scaricabile da tutti gratuitamente su dispositivi iOS e Android: la trovate nell’Apple Store e nel Google Play Store. Si tratta di una guida digitale completa e sicura, che promuove gli itinerari turistici della regione Veneto sfruttando il modello “open data” certificato, ovvero una tecnologia che permette anche ad altri, come Enti, Pro Loco, associazioni e noi utenti, di richiedere l’inserimento di nuovi percorsi tramite il portale dati.veneto.it. Naturalmente, prima di essere inseriti, i percorsi proposti verranno validati da un Comitato di redazione che ne garantirà la sicurezza e l’interesse. Davvero nulla è lasciato al caso.

L’app, che è stata presentata ufficialmente allo stand della Regione alla Borsa Internazionale del Turismo (BIT) di Milano dal Governatore Luca Zaia insieme all’assessore regionale al turismo, è già online e usufruibile da tutti. È facile e intuitiva, in italiano, ma può essere impostata anche in lingua inglese, per i sempre più numerosi turisti stranieri richiamati dalla bellezza del nostro territorio e dai servizi offerti. Dalla creazione di sistemi infrastrutturali che prevedono il trasporto intermodale (bicicletta, treno, autobus, mezzi di navigazione) alle linee guida del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali volte a esaltare ulteriormente il territorio (a proposito, leggete qui): idee e operazioni concrete rivolte a tutti, al cittadino come all’imprenditore, che non da ultimo hanno l’obiettivo di salvaguardare il nostro bellissimo territorio.

 

ZAINO IN SPALLA, A SCOPRIRE LE MERAVIGLIE DEL VENETO

Uscire all’aria aperta dovrebbe essere un’abitudine, non solo una saltuaria gita fuori porta, un evento straordinario. Quest’app vuole essere la perfetta compagna di viaggio che ci invita a uscire ogni qualvolta il tempo è bello, in estate come in inverno. Uscire fa bene, in mezzo al verde ancora di più. Mi sento di dire che con Veneto Outdoor anche le persone che non conoscono benissimo la nostra terra possono mettersi lo zaino in spalla e partire, soli o in compagnia, per visitare, degustare o semplicemente ammirare il paesaggio che ci circonda. Ciascun itinerario è accompagnato da una breve descrizione dei luoghi che attraversa, con l’ottica di far conoscere anche quell’architettura, quello scorcio, quel pezzo di storia che non calcano le prime pagine dei giornali.

Chi non usa almeno un’app al giorno d’oggi? Ecco, con poco, ora tutti hanno la cartina del Veneto a portata di mano, e non una cartina qualunque, ma una cartina con tutti i punti d’interesse segnalati e descritti.

                            

 LE FUNZIONALITÀ DELL’APP

Una volta entrati, le categorie sono 4 e gli itinerari si dividono in:

A piedi, che raccoglie una varietà di paesaggi da scoprire tra colline, scenari montani e la costa adriatica. Potete scegliere tra semplici passeggiate, escursioni, vie ferrate, sentieri tematici ecc.

In bici, dove trovate tragitti che si snodano in un territorio straordinario, dalle Dolomiti alla Laguna di Venezia. Potete scegliere tra slow bike, road bike e mountain bike.

Sport Invernali, per chi ama divertirsi sulla neve delle nostre montagne. Potete scegliere tra ciaspolate, scii e arrampicate sul ghiaccio.

A cavallo, passando per malghe, monti e altipiani. Qui trovate vari itinerari da fare in groppa, con tutte le informazioni del caso, come difficoltà, lunghezza, pendenza.

 

Da non perdere, contiene:

 

Le strade del vino, un elenco di viaggi che toccano città, borghi, castelli, conventi passando per le zone di produzione dei prodotti vitivinicoli della nostra regione.

 

 

Prealpi FLASH, ovvero idee veloci di escursionismo 2.0 con Giovanni Carraro, multimedia journalist, che ha messo a disposizione della Regione numerosi percorsi da lui tracciati, e sono davvero tanti.

 

Tutte le proposte hanno indicato il grado di difficoltà – facile, medio, difficile – e possono essere salvate così da poterle consultare anche offline. Per ogni itinerario, oltre a una breve descrizione, c’è una mappa, il profilo altimetrico, tutte le informazioni sulla lunghezza e la durata. L’app è in costante implementazione con percorsi e servizi sempre nuovi, come le previsioni meteo e alcune informazioni utili. Spero di vedere sempre più persone in viaggio per il nostro territorio con lo zaino in spalla, assaporando tutte le meraviglie che la nostra terra ci offre.

News, Sanità

SANITÀ VENETA

LE ULTIMISSIME… DALLA PRIMA IN ITALIA

DALLA QUALITÀ DELLE CURE ALLE NUOVE AMBULANZE, DAI PROGETTI CONTRO IL CYBERBULLISMO AI FUTURI MEDICI A TREVISO… SONO TANTE LE SFIDE CHE OGNI GIORNO LA SANITÀ VENETA PORTA AVANTI (E VINCE). VEDIAMOLE UNA PER UNA.

 

LA REGIONE VENETO PRIMA IN ITALIA PER LA QUALITÀ DELLE CURE

La prima grande conferma della qualità della Sanità veneta è arrivata i primi giorni del 2020 quando è uscita la griglia LEA definitiva con cui il Ministero della Salute monitora il livello di qualità delle cure relative al 2018. Il Veneto, con 222 punti su un massimo di 225, assicura, meglio di tutti in Italia, i livelli essenziali di assistenza (da cui l’acronimo LEA), ovvero quelle prestazioni sanitarie che ogni Regione dovrebbe garantire ai propri cittadini. Sul podio, a pochissima distanza dal Veneto, c’è l’Emilia Romagna (221) e la Toscana (220), seguono il Piemonte (218 punti), la Lombardia (215), la Liguria (211) e l’Umbria (210).

Condivido le parole del Presidente della Regione Zaia quando dice che “Rispettare 33 parametri di qualità con 222 punti su 225 totali significa erogare pressoché al 100% i Livelli Essenziali di Assistenza e rispettare la Costituzione, che li prevede come obbligo della sanità concepita in modo universalistico”. Questi risultati ci fanno onore, ma ci fanno anche capire quanto lavoro c’è dietro, e quanto di più dobbiamo impegnarci per ottenere risultati migliori, quanti progressi e investimenti dobbiamo adottare in nuove tecnologie e personale sanitario.

Come si calcolano le performance?

I 33 parametri di qualità sono suddivisi in tre macro categorie: ospedale, distretto e prevenzione. Ogni parametro, o meglio indicatore, ha un peso e la somma di tutti questi valori dà luogo a un punteggio, che va da un minimo di -25 a un massimo di 225. All’interno delle macro categorie troviamo: la copertura vaccinale, l’adesione agli screening, il tasso di ospedalizzazione e il numero di posti letto o di ricoveri inappropriati fino al numero dei parti cesarei o i tempi di reazione tra la chiamata al 118 e l’arrivo dell’ambulanza e, ancora, gli interventi al femore svolti entro 48 ore dalla diagnosi di frattura. Nella griglia LEA troviamo tutte le Regioni, compresa la Sicilia, ma escluse la Valle d’Aosta, le due Province Autonome di Bolzano e Trento, il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna dal 2010. Che dire? È una soddisfazione per tutti noi, per quelli che lavorano in Consiglio Regionale, per i bravi medici e i bravi infermieri e per tutti coloro che danno il massimo in corsia ogni giorno. L’obbiettivo comune è la salute, e da questi dati non possiamo che andare fieri di essere cittadini del Veneto.

 

I PERICOLI DEL WEB: UN GIOCO DI SQUADRA PER AFFRONTARLI

Qualche anno fa la Regione ha istituito un Tavolo di lavoro i cui obiettivi, sul piano regionale, si traducono nel coordinamento degli interventi di prevenzione, contrasto e riduzione del rischio di bullismo e cyberbullismo, nonché nel monitoraggio dello stesso, in abito scolastico, ma anche nei contesti extrascolastici. All’interno del Tavolo nascono iniziative come il ciclo di incontri “In rete per la rete. Gioco di squadra contro i pericoli del web”per tutti quei genitori e/o adulti che hanno responsabilità educative, sui rischi e le potenzialità del web. Gli incontri sono organizzati dall’Ulss 2, dall’Ufficio Scolastico di Treviso, dalla Polizia Locale della Città di Treviso, dalla Regione Veneto e dalle associazioni “Protetti in rete” e “Soprusi Stop”. Oggi, l’accesso al web, per svago o per lavoro, è alla portata di tutti e, nonostante nessuno possa negare che sia uno strumento utile, è chiaro a tutti che necessita di un uso consapevole che protegga, specie gli adolescenti, da rischi e nuove dipendenze. Gli incontri si terranno anche a Castelfranco, Mogliano e Treviso, mentre a Conegliano sono già programmati presso l’Aula Magna dell’Istituto Francesco Da Collo per il 4, l’11 e il 18 febbraio alle ore 20.30.

 

MAXI OPERAZIONE IN VENETO: 147 NUOVE AMBULANZE DI CUI 16 A TREVISO

È un’operazione unica in Italia, per il potenziamento tecnologico e numerico del parco veicoli destinato agli interventi sanitari in emergenza/urgenza in Veneto. Si parla di un investimento di 21.779.671 euro. Sono 147 le ambulanze che verranno messe in servizio dopo la chiusura della gara vinta da Azienda Zero della Regione Veneto. La mission dell’Azienda è proprio questa: garantire la razionalizzazione e l’efficientamento dei servizi sanitari delle strutture regionali impiegando le risorse a esse assegnate in modo efficiente. Si tratta di 59 mezzi per le aree urbane ed extraurbane pianeggianti; 66 per uso montano o sterrato; 7 per persone obese; 27 automediche; 15 ambulanze specifiche per le particolari necessità di Croce Verde Verona. I mezzi, che andranno a implementare le rispettive esigenze di rinnovo o rafforzamento numerico del parco mezzi delle Ulss che ne hanno fatto richiesta, cominceranno a essere distribuiti in primavera. Dei 16 mezzi di soccorso che arriveranno a Treviso, 14 saranno ambulanze urbane e 2 automediche. Operazioni concrete che portano servizi nuovi ed efficienti per la salute dei cittadini.

 

RADIOGRAFIA A DOMICILIO: IL NUOVO SERVIZIO DELL’ULSS 2

Un altro nuovo importante servizio che propone l’Ulss 2 e che si orienta nell’ottica di un’organizzazione sanitaria che va a colmare i disagi delle persone più fragili della società. Dal 1° febbraio gli esami radiologici del torace e dei piccoli segmenti ossei nei pazienti fragili potranno essere effettuati nelle case di riposo. In questa prima fase del progetto il servizio interesserà l’area di Treviso per poi essere esteso, in una seconda fase, a tutto il territorio dell’Ulss 2. Il progetto, inaugurato lunedì 20 gennaio al Ca’ Foncello, permetterà di azzerare tutti i disagi, per pazienti fragili e familiari, legati al trasferimento nella struttura ospedaliera per questo tipo di visite. La sicurezza degli esami e il raggiungimento di questo obiettivo sono garantiti da una tecnologia all’avanguardia, da certificazioni nazionali e internazionali, dalla professionalità degli operatori coinvolti e dai mezzi di protezione.

 

FACOLTÀ DI MEDICINA A TREVISO: ARRIVA LA SEDE PER I MEDICI DEL FUTURO

L’offerta universitaria di Treviso si amplia e raggiunge il campo della medicina. Il Senato Accademico dell’università di Padova ha approvato l’attivazione della sede di Treviso per il corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia. Il corso sarà attivo a partire dal prossimo autunno, con l’avvio dell’anno accademico 2020/2021. In attesa del completamento della Cittadella della salute accanto al Ca’ Foncello, le lezioni saranno tenute negli spazi messi a disposizione dell’Ordine dei Medici di Treviso e in altre strutture dedicate all’attività accademica dell’azienda sanitaria. Il progetto della Cittadella prevede laboratori e aule per gli studenti per un totale di 500 posti, in grado così di ospitare il ciclo completo (6 anni) di Medicina.

 

ASSUNZIONE DEGLI SPECIALIZZANDI DELLA FACOLTÀ DI MEDICINA

Una svolta, un vero e proprio cambiamento di prospettiva. Per i futuri medici sarà possibile continuare la formazione in corsia, con veri e propri contratti. Il presidente Luca Zaia e i rettori delle Università di Padova e Verona, Rosario Rizzuto e Pier Francesco Nocini, hanno sottoscritto a Venezia un protocollo d’intesa che consentirà l’assunzione di medici specializzandi con contratti di formazione e lavoro. All’interno del programma sono state inserite anche le scuole di specializzazione, dove i 197 specializzandi al quarto e quinto anno potranno essere assunti con contratti a tempo determinato a 32 ore e uno stipendio di 2300 euro al mese. La svolta sta nella collaborazione diretta con gli atenei e consente di dare una risposta veloce alla carenza di medici sul territorio, senza smettere però di pensare alla formazione. Le prime sette assunzioni? A Verona e a Padova.