Economia, Sociale, Turismo

LA REGIONE NEL FAR RIPARTIRE L’ECONOMIA

Il Covid ha colpito una potenza economica come il Veneto che conta (dati 2019) oltre 30 mila imprese (il 97% con meno di 10 dipendenti), un PIL di oltre 160 mld, un export di quasi 62 mld, il tasso di disoccupazione più basso d’Italia ed è la prima regione turistica con 70 mln di presenze e 17 mld di fatturato. Affronteremo i mesi a venire con la concretezza che ha guidato la Fase 2 e che ha permesso a molte attività produttive di riaprire, in sicurezza e in anticipo rispetto al resto del Paese. Realismo e salute sono il motore che ci guida in un rinnovato rapporto di fiducia tra imprese, istituzioni e territorio.

Lavoro di squadra del commercio

per non disperdere il valore dei piccoli negozi sotto casa o dei centri storici dei comuni: sono loro che in questi mesi hanno mantenuto vivo il tessuto sociale, offerto l’opportunità di certificare la filiera dei prodotti locali e favorito l’instaurazione di un rapporto stretto con i consumatori.

Ristorazione e accoglienza

hanno subito il colpo più duro ma già in questa terza fase stanno dimostrando una forza straordinaria di riavvio, mettendo in campo la sicurezza con la qualità dell’offerta di sempre.
Più che mai oggi è indispensabile semplificare e razionalizzare quel labirinto di procedure burocratiche, bandi e circolari che fa perdere tempo, entusiasmo e opportunità. Ora abbiamo l’opportunità di ripartire ri-liberando la capacità imprenditoriale tipica del modello veneto, fatto di tante piccole e medie imprese altamente specializzate e innovative.
La progettazione della Regione Veneto per l’impresa è sempre stata all’avanguardia, ma in questa fase di necessità di accelerare lo sviluppo le azioni programmate sono più che mai utili per far ripartire la nostra economia.

Piccole imprese che insieme sviluppano ricerca, tecnologia e innovazione

Nel 2017 la Regione ha approvato il nuovo Piano di Sviluppo Industriale su misura per il Veneto e avviato politiche innovative che favoriscono la collaborazione tra imprese e Università. I principali strumenti di sostegno alle imprese per la crescita del nostro sistema produttivo regionale sono le “Reti Innovative Regionali”, le “Aggregazioni di imprese” e i “Distretti industriali”.

Reti innovative regionali

Per “Reti Innovative d’impresa” si intendono aggregazioni tra imprese e soggetti pubblici e privati che permettono anche alle Piccole Medie Imprese di fare ricerca e innovazione. Ad oggi sono state riconosciute circa 17 Reti Innovative Regionali che coinvolgono oltre 300 imprese e i principali centri di ricerca. La Regione ha finanziato progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale con oltre 70 mln di euro nel 2019.

Aggregazioni di imprese per fare ricerca e sviluppo

Costituiscono aggregazioni almeno 3 imprese che si riuniscono per realizzare un progetto strategico comune negli ambiti della ricerca industriale e sviluppo sperimentale, anche in collaborazione con un ente di ricerca. Nel corso del 2019 sono stati destinati oltre 10 mln di euro per questo settore.

Imprenditoria femminile

Le imprenditrici donna in Veneto sono il 27,3%, 185.770 su un totale di 679.398 imprenditori. A Treviso sono 34.623, pari al 27,4%. In Veneto, le imprese al femminile o imprese individuali di sesso femminile nel 2018 risultavano 88.322, pari al 20,4%.

A questo settore sono stati destinati nel 2019 finanziamenti a fondo perduto per oltre 7 milioni di euro.

Anche le imprese del terziario cambiano.

Già prima del Covid hanno iniziato ad utilizzare lo “smart working”, il lavoro da casa, e in questa emergenza lo hanno avviato velocemente continuando perciò ad offrire tutti i servizi necessari alle urgenze delle imprese manifatturiere.
Con la trasformazione del terziario, Politica, Associazioni imprenditoriali, Sigle sindacali e Amministrazioni comunali sono oggi chiamate a guidare i processi delle trasformazioni in atto, caratterizzate da stili di consumo che cambiano (per comprare oggi “basta un clic”), diversi modi di abitare, un nuovo necessario equilibrio tra centro storico, borghi e periferie.
Dopo la ripartenza prioritario per lo sviluppo del settore emerge, per commercio e turismo, il contrasto alla concorrenza sleale, all’abusivismo; per il settore dei servizi la possibilità di accedere a contributi locali, regionali e nazionali.

I distretti del commercio

I Distretti del Commercio consentono di mettere in rete non solo i commercianti, ma anche i Comuni e le associazioni di categoria, attraverso un accordo pubblico-privato al fine di realizzare interventi e opere a vantaggio di tutte le attività economiche del territorio. Lo scopo è favorire lo sviluppo dell’economia locale, attenta alle tradizioni e alla tutela del consumatore, mantenendo la presenza del commercio nei centri cittadini perché questi rappresentano anche presidi di legalità e sicurezza e quindi di qualità di vita.

La Regione ha identificato Conegliano quale Distretto del Commercio, col nome di “Città bella e vivibile”, riconoscimento che ci permette di accedere a contributi regionali ed europei. Nel 2019 la Regione ha finanziato i progetti per il rilancio del commercio e dei centri urbani di Treviso, Conegliano, Motta di Livenza, Montebelluna, Oderzo e Castelfranco, con oltre 1 mln di euro, generando investimenti per oltre 2,6 mln di euro.

Agricoltura

Nei mesi dell’emergenza i lavoratori della terra hanno garantito cibi e alimenti. Molti hanno apprezzato la qualità delle produzioni del territorio, frutto di sacrificio, saperi, sicurezza alimentare e sanitaria. Qualcuno ha scoperto che le nostre campagne e colline sono curate come giardini, paesaggi piacevoli da guardare e da vivere appena liberati dal lockdown.
È importante sostenere le produzioni di qualità del nostro territorio perché oltre ad essere buone e a km zero sono assolutamente garantite da certificazioni e protocolli per la sicurezza alimentare, non sempre questo è riscontrabile nel resto dell’Europa.

Previous Post Next Post

You Might Also Like