Browsing Tag

lavoro

disabilità veneto
Sociale

Progetto di vita indipendente nella disabilità

Si deve fare quanto è possibile per consentire alle persone con gravi disabilità di poter vivere le proprie esperienze di vita, valutando le occasioni e approfondendo nuove progettualità, per una vera inclusione tra le persone. Persone e famiglie che hanno tutto il diritto di vivere con rispetto e dignità.

Per questo, l’anno scorso la Regione Veneto ha incrementato le risorse destinate alla disabilità e all’autosufficienza. In particolare, risorse dedicate al sostegno per l’assistenza residenziale e semiresidenziale.

Questi sono gli stanziamenti per il supporto alle persone e alle famiglie:

  • 580.000 Euro all’assistenza residenziale a favore delle persone con disabilità.
  • 302.700 Euro all’assistenza semiresidenziale a favore di persone con disabilità.
  • 051.500 Euro all’assistenza domiciliare a favore di persone con disabilità e non autosufficienti.
  • 780.000 Euro per altri obbiettivi di rilievo socio sanitario, tra cui l’attuazione di progetti di vita indipendente e il rafforzamento degli Ambiti Territoriali Sociali.

 

Per vivere la propria vita in autonomia

Per una persona con disabilità fisico-motoria grave, la promozione della “vita indipendente” garantisce opportunità e strumenti per restare nella propria casa e di prendere autonomamente decisioni riguardanti la vita privata, senza la necessità di dover ricorrere al ricovero in strutture protette.

Viene studiato e predisposto un programma individuale, condiviso. Inoltre, il soggetto interessato potrà indicare una persona che lo possa assistere nella quotidianità.

 

Per l’inclusione lavorativa

Inclusione sociale in Veneto significa anche politiche per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità. Inserimento lavorativo è un obiettivo prioritario e parte integrante delle politiche sociali della Regione. Su questo il Veneto si attesta come prima regione in Italia.

I dati sull’inclusione lavorativa riportati nel rapporto annuale di Veneto Lavoro sono incoraggianti: in Regione sono infatti circa 33.500 i posti occupati da persone con disabilità, di cui 32 mila riferiti a 12 mila aziende soggette agli obblighi di assunzione previsti dalla normativa e ben 1.300 in altre aziende senza obblighi di assunzione. La maggior parte di questi lavoratori ha un contratto a tempo indeterminato e prevalentemente in ambito di servizi alla persona, metalmeccanico e dei comparti del Made in Italy.

Dati confortanti stimolano sempre più per individuare condizioni e contesti adeguati all’inserimento lavorativo di persone con disabilità, che di per sé rappresenta una modalità fondamentale per consentire una vera crescita sociale.

 

Per un turismo sociale inclusivo

Il lungo percorso di inclusione intrapreso dal Veneto comprende anche il turismo. Un progetto biennale si sviluppa su due indirizzi: da una parte, permettere a persone che si trovano in una condizione di disabilità di vivere le vacanze in sicurezza, dall’altra dare anche la possibilità a chi lo desidera di trovare un impiego in un ambiente protetto.

Ci si propone di avviare un vero e proprio cambiamento culturale che possa generare una conseguente riprogettazione dell’accessibilità dei luoghi e dei servizi nell’ambito turistico. Per far questo la Regione Veneto ha stanziato 1.760.000 Euro in 2 anni, con l’obiettivo integrare in rete le strutture turistico-ricettive, i servizi socio-sanitari, il privato sociale e le amministrazioni comunali, in particolare nelle località turistiche.

parità di genere lavoro veneto sonia brescacin
Sociale

Parità vera tra uomo e donna nel mondo del lavoro, l’impegno della Regione Veneto

Il tema della parità di genere va affrontato da molti punti di vista e in diversi settori, accelerando una rivoluzione culturale fortunatamente già in atto. Nel cammino verso la parità tra uomini e donne sono stati fatti molti passi in avanti, tanto però resta ancora da fare. Una certezza l’abbiamo ed è la determinazione della Regione Veneto in questo percorso.

Il 15 febbraio 2022 è una data fondamentale: in Consiglio regionale abbiamo approvato all’unanimità – con la collaborazione di tutti nella definizione del testo finale – la Legge Regionale recante: “Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra donne e uomini e il sostegno all’occupazione femminile stabile e di qualità”.

La norma riconosce il lavoro quale fattore di sviluppo individuale e sociale della persona, si prefigge di garantire a tutte le donne il diritto a pari opportunità nel mondo del lavoro, sia in termini economici – con buste paghe parificate indipendentemente dal genere – sia in termini di possibilità di carriera. La legge individua strumenti per contrastare fenomeni di molestie sul lavoro o di abbandono lavorativo a causa di comportamenti o pressioni per ottenere le dimissioni volontarie da parte del datore di lavoro, o ancora licenziamenti da parte delle donne durante i congedi o nel primo triennio di puerperio.

Per perseguire questi obiettivi, la legge, oltre a uno stanziamento di 100 mila Euro, prevede interventi che premino le aziende che aiutano e favoriscono il lavoro e la carriera delle donne, l’avvio di campagne e azioni pubbliche a sostegno dell’occupazione femminile stabile e di qualità, percorsi di reinserimento delle donne vittime di violenza e ulteriori strumenti, oltre a quelli già esistenti, che favoriscano la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

È prevista l’istituzione del Registro delle imprese virtuose in materia retributiva di genere, al quale possono iscriversi imprese pubbliche e private, compresi i liberi professionisti, che rendano trasparenti i dati sull’occupazione, su inquadramento, retribuzione e formazione dei propri dipendenti e sugli interventi attuati per ridurre il divario di genere, tutelare la maternità e contrastare abbandoni, part-time involontari e dimissioni in bianco, nonché per prevenire e contrastare molestie sui luoghi di lavoro.

L’iscrizione al registro prevede la possibilità per le imprese di accedere ad agevolazioni e benefici economici e reputazionali. È bene sottolineare che questi benefici economici sono previsti in particolar modo per le aziende che assumono donne vittime di violenza o della cosiddetta “tratta delle donne”.

La giunta regionale, con atto di indirizzo, invita le strutture, gli enti strumentali regionali e le società controllate a inserire nei bandi e negli avvisi pubblici clausole che prevedano punteggi aggiuntivi e benefici economici per i soggetti iscritti nel registro.

Tutto questo si aggiunge all’azione/attenzione regionale di questi ultimi decenni che è già orientata a una vera parità, dimostrata attraverso il sostegno alle donne imprenditrici, alle politiche di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro e ai percorsi di formazione, di nuovo inserimento lavorativo e interventi di welfare familiare.

I numeri confermano che la condizione delle donne in Veneto è migliore della media nazionale, con un tasso di occupazione che sfiora il 60% e una percentuale di posizioni apicali nel mondo del lavoro pari al 31,7%. Siamo sulla buona strada.