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Febbraio 2024

dragon boat in rosa cancro al seno
Sanità, Sociale

Per promuovere il moto nelle donne operate al seno nasce il progetto “Dragon Boat in Rosa”

È stato dimostrato che l’attività fisica regolare riduce il rischio di sviluppare il cancro al seno. Inoltre, un adeguato esercizio fisico migliora la tollerabilità delle terapie e riduce il rischio di recidiva dopo una diagnosi di tumore trattabile. Particolarmente efficace risulta essere l’attività sportiva svolta in gruppo, preferibilmente attraverso attività piacevoli con una lieve competizione.

Per questo, nell’ambito della campagna ‘Vivo Bene’ per supportare il Piano Regionale Prevenzione, da tempo ormai la Regione Veneto si impegna per diffondere ampiamente la pratica motoria nella prevenzione e gestione delle malattie croniche.

Una pratica sempre più popolare è il Dragon Boat, antica disciplina orientale che coinvolge squadre di vogatrici o vogatori (una decina) su imbarcazioni leggere caratterizzate dal simbolo della testa di drago sulla prua. Uno studio condotto nel 2019 presso l’Università di Padova ha confermato che questa pratica sportiva è efficace nel migliorare la qualità della vita delle pazienti oncologiche. Particolarmente utili sono gli esercizi leggeri di allungamento muscolare, che favoriscono la riabilitazione del braccio dal lato dell’intervento e riducono il rischio di sviluppare linfedema (che attualmente colpisce oltre il 20% delle pazienti che hanno subito interventi chirurgici o radioterapici per il cancro al seno), condizione cronica e debilitante associata al gonfiore dell’arto superiore.

La Giunta regionale ha stanziato 50.000 Euro per sostenere il Dragon Boat come attività motoria per le Breast cancer survivors. Questo sostegno sarà indirizzato alle associazioni che promuovono i benefici dell’attività fisica e dello sport, offrendo alle donne operate al seno l’opportunità di praticare questa disciplina.

Diverse associazioni del territorio sono coinvolte nel progetto, con l’Associazione U.G.O. Unite Gareggiamo Ovunque onlus di Padova come capofila e poi Forza Rosa Donna 2000, Jesolo/Cavallino (VE); Trifoglio Rosa Mestre, Mestre Venezia; Pink Lioness in Venice, Venezia; San Donà Di Piave, San Donà di Piave (VE); Akea Rosa LILT-Treviso; Pink Darsena del Garda, Bardolino (VR); Brentane, Bassano del Grappa (VI).

Saranno organizzati eventi di lancio, open day e momenti informativi per sensibilizzare sia il pubblico che gli operatori sanitari sui benefici del Dragon Boat.

L’obiettivo è anche quello di promuovere la Giornata veneta del “Dragon Boat in rosa”, una competizione tra squadre regionali e nazionali. Questo evento servirà anche a mettere in rete le varie realtà locali e rendere questa pratica motoria accessibile a un maggior numero di donne.

Con il Veneto designato come Regione Europea dello Sport nel 2024, si rafforza l’impegno per investire nello sport, non solo a livello agonistico. Sono previsti finanziamenti per l’ammodernamento degli impianti sportivi, con un’attenzione particolare alle esigenze delle persone con disabilità.

Vi terrò informati tempestivamente sui bandi straordinari che si apriranno dedicati alla pratica sportiva.

spreco alimentare
Sociale

Sprecare il cibo va contro il nostro DNA di Veneti

L’edizione 2023 del rapporto FAO UNICEF OMS rivela che, nel 2022, la fame ha colpito un numero di persone compreso tra i 691 e i 783 milioni, con una media di 735 milioni di affamati. Il dato rappresenta un incremento di 122 milioni di persone rispetto al 2019, anno precedente lo scoppio della pandemia COVID-19. Per questo, l’idea che si sprechi del cibo è un fatto al quale non riusciamo ad abituarci, che ciò accada ancora, anche nel nostro Paese, è una delle maggiori contraddizioni della nostra società.

In Italia, per esempio, in media gettiamo individualmente 566,3 g di cibo a testa ogni settimana, ossia quasi 30 kg in un anno, che moltiplicato per il numero di abitanti del nostro Paese fanno circa 1 milione e 740 mila tonnellate (senza considerare la filiera). Discutere del problema dello spreco alimentare implica affrontare un fenomeno da contrastare, specialmente considerando che non è accettabile nella nostra cultura, che ancora ricorda i tempi difficili del passato. Ogni veneto ha ereditato da quei periodi il valore del rispetto e dell’utilizzo attento di tutte le risorse a disposizione, soprattutto del cibo. La nostra parte la possiamo fare mediante un progresso culturale comune, iniziando da una gestione più razionale della spesa di casa.

La Regione Veneto supporta la rete regionale degli empori solidali con un finanziamento di un milione di euro all’anno. Questa iniziativa, frutto della collaborazione tra il terzo settore e le aziende alimentari, riesce a recuperare oltre 162.000 quintali di eccedenze alimentari provenienti sia dalla grande distribuzione che dai piccoli produttori, oltre che dalla colletta alimentare. Grazie a queste risorse, vengono assistiti 51.900 nuclei familiari in situazioni di bisogno – per la precisione, 101.000 persone. Le forme di povertà stanno aumentando, coinvolgendo anche persone vicine a noi, una realtà che fino a poco tempo fa non avremmo immaginato.

Attualmente, la rete degli empori è composta da 30 sedi, distribuite nelle diverse province e impegnate anche in altre iniziative di solidarietà. La Regione intende continuare a sostenerne la crescita e questo impegno vede coinvolte settimanalmente più di 1.000 volontari, a cui va il nostro eterno ringraziamento per il loro prezioso contributo.

Riporto la considerazione del Presidente Zaia in occasione dell’11° Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare che si è celebrata il 5 febbraio: «I dati parlano di quantità enormi di cibo che viene sprecato, è l’equivalente di un’infinità di pasti che non saranno mai consumati da nessuno. Al di là del dovere morale di impedire un simile scempio, dobbiamo interrogarci su quale sfida positiva, anche per la nostra vita quotidiana, rappresenti contrastarlo con quanto è già nel nostro DNA. Lo stesso successo della nostra gastronomia tradizionale, infatti, non è stato costruito con l’opulenza degli ingredienti ma grazie ad un imperativo delle nostre nonne: non si butta via niente! Forse non ce ne rendiamo più conto ma i sapori che molti oggi ricercano sono nati dall’abbinamento di materie prime povere e meno ricercate, dalla valorizzazione culinaria di quanto era a disposizione, dalla elaborazione degli scarti e avanzi di cucina in nuovi piatti. In questa tradizione possiamo trovare il senso per una maggior considerazione del patrimonio “cibo” e quindi anche delle risorse del pianeta».