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Sanità

4 Marzo, Giornata Mondiale per la Lotta contro il Papilloma Virus

In questa importante data voglio dedicare una riflessione sul tema, con l’auspicio di contribuire a diffondere informazioni utili su questa patologia, ma soprattutto sugli importanti strumenti messi in campo per sconfiggerla.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato, nel novembre 2020, la “Strategia globale per accelerare l’eliminazione del tumore cervicale come problema di salute pubblica” per sconfiggere la malattia, più comunemente conosciuta come tumore al collo dell’utero, entro il 2050. Naturalmente è necessario uno sforzo congiunto da parte di tutte le autorità sanitarie a livello nel mondo, ma l’idea di poter sconfiggere una neoplasia così grave è senza dubbio incoraggiante.

Il cancro alla cervice uterina rappresenta ancora, purtroppo, la seconda causa di morte per tumore nelle donne in età fertile. Molto è stato fatto in questi anni, come accennavo prima, per individuare nuove cure, tanto che il tasso di sopravvivenza continua ad alzarsi.

 

La situazione in Italia, dal Pap-test all’HPV-DNA test

In Italia si registrano ogni anno più di 500 decessi a causa tumore del collo dell’utero o cervice uterina, un dato che fortunatamente è in continua e forte riduzione fin dall’inizio degli anni Ottanta, per effetto delle campagne di screening per diagnosi precoce tramite il Pap-test, introdotto negli anni Cinquanta, che ha permesso di ridurre drasticamente l’incidenza e la mortalità. A questo metodo di prevenzione, negli ultimi anni si è affiancato e sostituito un esame per identificare la presenza di DNA di papillomavirus sulla superficie del collo dell’utero (HPV-DNA test).

 

L’importanza della prevenzione e l’obiettivo europeo “90-90-90”

Attraverso la prevenzione primaria, oggi si può efficacemente contrastare circa il 90% dei nuovi casi di tumore da HPV. A oggi sono molti i Paesi che hanno adottato un programma di prevenzione nazionale contro l’HPV, tra cui l’Italia, dove la vaccinazione è offerta attivamente e gratuitamente ai ragazzi e alle ragazze nel corso del dodicesimo anno di vita.

L’obiettivo europeo è quello di accelerare l’eliminazione del cancro cervicale come problema di salute pubblica entro il 2030, attraverso la strategia che si riassume nel “90-90-90”:

  • 90% della copertura vaccinale per la popolazione target (adolescenti maschi e femmine)
  • 90% accesso gratuito allo screening cervicale nelle donne dai 25 ai 64 anni
  • 90% accesso tempestivo ai trattamenti per cancro cervicale e lesione precancerosa.

 

Il Piano Oncologico Nazionale e il Piano Nazionale Vaccini

L’obiettivo europeo di debellare i tumori causati dal papillomavirus umani è pienamente condiviso dall’Italia e contenuto anche nel nuovo Piano Oncologico Nazionale, recentemente approvato dalla Conferenza Stato Regioni, dove viene ribadito l’obiettivo di vaccinare almeno il 90% della popolazione bersaglio di ragazze nell’Unione Europea e aumentare considerevolmente la copertura vaccinale dei ragazzi entro il 2030.

Anche il nuovo Piano Nazionale Vaccini, in corso di definizione, riporta target elevati per la copertura vaccinale, prevedendo addirittura una copertura del 95% entro il 2030, più alta rispetto alla previsione europea. Target scelto anche dalla nostra regione.

 

L’impegno del Veneto

Il Veneto è fortemente impegnato nella campagna di prevenzione contro il Papilloma Virus (HPV), che può colpire non solo il genere femminile, provocando principalmente il tumore al collo dell’utero, ma anche il genere maschile, con la comparsa di condilomi e, secondo alcune evidenze scientifiche, anche di carcinomi del pene, dei testicoli e uroteliali.

La nostra regione promuove la campagna vaccinale rivolta principalmente ai giovani, dodicenni, di entrambi i sessi. Nonostante le difficoltà incontrate durante le fasi più acute della pandemia, che hanno provocato un inevitabile rallentamento sulla chiamata, si è sempre conservata la capacità di prendere in carico i soggetti richiedenti la vaccinazione, mettendo in atto successivamente un’immediata ripresa e importante spinta sulla campagna vaccinale.

Ricordo che ad oggi in Veneto è prevista l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione contro il papilloma virus (HPV) agli adolescenti di sesso femminile e maschile della coorte del 12° anno di età fino al compimento dei 18 anni; ai soggetti di sesso femminile e a quelli di sesso maschile che non abbiano aderito o completato il ciclo vaccinale, fino al compimento del 25° anno di età.

Le donne vaccinate contro HPV entro i 15 anni hanno un rischio molto ridotto di sviluppare tumori o lesioni pretumorali, per cui iniziano lo screening a 30 anni. Le donne non vaccinate contro HPV entro i 15 anni, invece, iniziano lo screening a 25 anni.

 

I Programmi di Screening

Al fianco della vaccinazione, è attiva un’importante attività di prevenzione, lo “screening oncologico cervicale”, rivolto alle donne che hanno residenza in Veneto, a partire dai 25 o 30 anni di età, a seconda dello stato vaccinale per la vaccinazione contro il Papillomavirus (HPV), e fino ai 64 anni. Finora è stata riscontrata una notevole capacità di garantire livelli qualitativi elevati delle prestazioni e ottimi risultati sul piano della prevenzione e della diagnosi precoce. I “Programmi di Screening” hanno lo scopo di ridurre la mortalità, favorendo la diagnosi precoce di tumori e di lesioni che potrebbero evolvere in tumore (lesioni pretumorali), accrescendo così le possibilità di cura e di guarigione, per ridurre la mortalità e nel contempo accrescere le possibilità di cura e di guarigione.

 

Prevenzione, informazione, consapevolezza

Informazione, prevenzione e screening, sono i punti fermi dell’azione regionale, rivolta soprattutto alle giovani generazioni nella lotta contro questo tipo di tumore.

Le procedure previste sono efficaci e gratuite ma serve diffondere l’informazione e la consapevolezza, già in giovane età, sull’importanza degli strumenti offerti a tutta la popolazione, indipendentemente dallo status sociale e dalla provenienza.

Sanità, Sociale

Screening al seno in Veneto, un percorso per rasserenare ogni donna

Ottobre rosa | La vostra Regione è presente

Questo è un mese importante per noi donne. Ad ottobre, infatti, ripartono le campagne sull’importanza della prevenzione e dello screening del tumore al seno.

La Regione Veneto c’è da molti anni e rinnova il suo impegno per sensibilizzare le donne sulla prevenzione e la tutela della salute.

Il tumore al seno è ancora, purtroppo, la neoplasia più frequente tra le donne (si stima intorno al 30% delle nuove diagnosi di tumore) per la quale, la ricerca, la combinazione di una diagnosi precoce e l’introduzione di protocolli terapeutici sempre più innovativi hanno portato la sopravvivenza all’87% a 5 anni dalla diagnosi.

 

Fattori di rischio

Le cause del tumore al seno non sono ancora note, ma è possibile individuare alcuni fattori di rischio, che possono essere:

  • ETÀ: nella maggior parte dei casi, infatti, si tratta di donne con età superiore ai 50 anni.
  • FATTORI ORMONALI: ciclo, prima gravidanza dopo i 30 anni, menopausa, contraccettivi orali e terapie ormonali.
  • STILE DI VITA: sedentarietà, obesità, ma anche alimentazione non equilibrata o abuso di alcol e fumo.
  • FAMILIARITÀ: alcune mutazioni genetiche predispongono effettivamente a questa neoplasia. Infatti, si aggira intorno al 5-7% la percentuale di tumori correlati a una predisposizione genetica.

Dobbiamo essere consapevoli che la migliore cura è la prevenzione. Ciò vale sempre, ma soprattutto per questa patologia.

 

Screening e prevenzione, cosa garantisce la Regione Veneto

Lo screening del tumore al seno è un intervento di sanità pubblica e rientra nella cultura della sanità veneta che ha introdotto i programmi di screening già dagli anni ’90, prima ancora che fossero previsti come obbligatori dal sistema sanitario pubblico con l’introduzione dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).

La Regione del Veneto predispone il servizio di screening completamente gratuito per tutte le donne tra i 50 e i 74 anni. Alzare l’età di intervento è un impegno di attenzione per la salute della donna; per capire l’importanza, si pensi che a livello nazionale le Regioni hanno l’obbligo di garantire lo screening alle donne fino ai 69 anni.

Ho parlato prima dell’importanza della ricerca: dal 2018 la Regione Veneto finanzia l’Istituto Oncologico Veneto per il “Progetto pilota per lo screening delle giovani donne: protocolli personalizzati dopo la stratificazione del rischio”. Si tratta di uno screening mammografico personalizzato che coinvolge oltre 10 mila donne e che ha consentito, fino ad ora, di individuare precocemente e già alla prima chiamata 64 nuovi casi di tumore in donne asintomatiche, inserendole al trattamento più adeguato.

Questo percorso di ricerca su donne più giovani ci ha portato a fare di più. Nel Nuovo Piano di Prevenzione approvato a dicembre 2021 abbiamo previso, a partire dal 2025, di estendere lo screening anche per le donne dai 45 ai 49 anni. La volontà è quella di fare tutto il possibile per una riduzione della mortalità mediante azioni di contrasto efficiente.

Al di sotto dei 45 anni le evidenze scientifiche oggi non suggeriscono di effettuare lo screening su tutta la popolazione, ma stiamo lavorando sulla possibilità di estenderlo ai casi di familiarità.

 

Oggi abbiamo messo in campo modalità organizzative efficienti

Dal compimento del cinquantesimo anno di età è previsto l’invio di una lettera di invito con cui si propone un primo appuntamento, la cui data può essere eventualmente modificata online o attraverso il numero indicato sulla lettera stessa.

Successivamente alla visita, in caso di esito negativo, l’ULSS di riferimento avvierà la procedura di contatto per un controllo periodico ogni 2 anni. Nel caso in cui, invece, l’esito della mammografia rilevi la necessità di ulteriori approfondimenti, sarà sempre l’ULSS a contattare la paziente per programmarli.

Da anni ormai l’organizzazione del Sistema Sanitario Regionale, anche grazie all’uso di internet, raggiunge capillarmente tutto il territorio Veneto.

Inoltre, grazie alla ROV – Rete Oncologica Veneta – ogni malato, in qualsiasi parte del Veneto venga curato, riceve le stesse cure, terapie e medicinali. Tutte le conoscenze sono condivise in rete tra i vari centri della Regione.

La donna viene presa in carico fin dalla prima diagnosi e accompagnata da equipe sanitarie multidisciplinari per tutto il cammino di diagnosi, cura e follow-up, fino all’augurata guarigione. Il contributo al raggiungimento in modo significativo di importanti risultati è stata l’introduzione e lo sviluppo delle Breast Unit, strutture multidisciplinari specializzate che permettono la pianificazione e l’individuazione dell’opzione terapeutica più adeguata.

 

Facciamo la nostra parte

Per tutte le informazioni relative al programma di screening regionali e gli approfondimenti, riporto di seguito i relativi link:

https://www.regione.veneto.it/web/sanita/screening-mammografico1
https://infogram.com/screening-mammella-veneto-2021-1h8n6m3q19w3z4x?live

Me lo dico ogni mattina: “Dobbiamo volerci bene, prenderci cura di noi stesse”. In primo luogo, attraverso l’adozione di uno stile di vita sano che permetta di tenere sotto controllo il proprio peso, seguendo un’alimentazione corretta ed equilibrata, evitando fattori di rischio quali alcol e fumo e praticando una regolare attività sportiva.

Proprio perché ci vogliamo bene dobbiamo “obbligarci” a effettuare controlli periodici, oltre all’autopalpazione, che già di per sé permette la diagnosi precoce di eventuali forme tumorali.

Aderiamo alla campagna di screening, avete capito che è semplice e gratuito, può davvero fare la differenza per ognuna di noi! Ci incoraggiano i numeri: lo scorso anno, in Veneto, la partecipazione allo screening è stata di oltre 260.000 donne (tra i 50 e i 74 anni), la diagnosi di tumore si è verificata in 1.700 casi, dei quali più di mille a uno stadio meno severo.

A questo aggiungo anche l’opportunità, sempre attraverso il Servizio Sanitario, di effettuare ecografie, mammografie e visite senologiche anche per le giovani donne che, per età, non rientrano nel programma di screening ma potenzialmente esposte ad altri fattori di rischio (fattori ormonali, familiarità…).

Parlatene col vostro medico.