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Sociale

Sprecare il cibo va contro il nostro DNA di Veneti

L’edizione 2023 del rapporto FAO UNICEF OMS rivela che, nel 2022, la fame ha colpito un numero di persone compreso tra i 691 e i 783 milioni, con una media di 735 milioni di affamati. Il dato rappresenta un incremento di 122 milioni di persone rispetto al 2019, anno precedente lo scoppio della pandemia COVID-19. Per questo, l’idea che si sprechi del cibo è un fatto al quale non riusciamo ad abituarci, che ciò accada ancora, anche nel nostro Paese, è una delle maggiori contraddizioni della nostra società.

In Italia, per esempio, in media gettiamo individualmente 566,3 g di cibo a testa ogni settimana, ossia quasi 30 kg in un anno, che moltiplicato per il numero di abitanti del nostro Paese fanno circa 1 milione e 740 mila tonnellate (senza considerare la filiera). Discutere del problema dello spreco alimentare implica affrontare un fenomeno da contrastare, specialmente considerando che non è accettabile nella nostra cultura, che ancora ricorda i tempi difficili del passato. Ogni veneto ha ereditato da quei periodi il valore del rispetto e dell’utilizzo attento di tutte le risorse a disposizione, soprattutto del cibo. La nostra parte la possiamo fare mediante un progresso culturale comune, iniziando da una gestione più razionale della spesa di casa.

La Regione Veneto supporta la rete regionale degli empori solidali con un finanziamento di un milione di euro all’anno. Questa iniziativa, frutto della collaborazione tra il terzo settore e le aziende alimentari, riesce a recuperare oltre 162.000 quintali di eccedenze alimentari provenienti sia dalla grande distribuzione che dai piccoli produttori, oltre che dalla colletta alimentare. Grazie a queste risorse, vengono assistiti 51.900 nuclei familiari in situazioni di bisogno – per la precisione, 101.000 persone. Le forme di povertà stanno aumentando, coinvolgendo anche persone vicine a noi, una realtà che fino a poco tempo fa non avremmo immaginato.

Attualmente, la rete degli empori è composta da 30 sedi, distribuite nelle diverse province e impegnate anche in altre iniziative di solidarietà. La Regione intende continuare a sostenerne la crescita e questo impegno vede coinvolte settimanalmente più di 1.000 volontari, a cui va il nostro eterno ringraziamento per il loro prezioso contributo.

Riporto la considerazione del Presidente Zaia in occasione dell’11° Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare che si è celebrata il 5 febbraio: «I dati parlano di quantità enormi di cibo che viene sprecato, è l’equivalente di un’infinità di pasti che non saranno mai consumati da nessuno. Al di là del dovere morale di impedire un simile scempio, dobbiamo interrogarci su quale sfida positiva, anche per la nostra vita quotidiana, rappresenti contrastarlo con quanto è già nel nostro DNA. Lo stesso successo della nostra gastronomia tradizionale, infatti, non è stato costruito con l’opulenza degli ingredienti ma grazie ad un imperativo delle nostre nonne: non si butta via niente! Forse non ce ne rendiamo più conto ma i sapori che molti oggi ricercano sono nati dall’abbinamento di materie prime povere e meno ricercate, dalla valorizzazione culinaria di quanto era a disposizione, dalla elaborazione degli scarti e avanzi di cucina in nuovi piatti. In questa tradizione possiamo trovare il senso per una maggior considerazione del patrimonio “cibo” e quindi anche delle risorse del pianeta».

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